Descrizione Progetto
Il sistema voltato, staccato dalla copertura a gradini, grazie alla luce zenitale, è assimilabile ad una lente che fa rileggere i piani spaziali con grande profondità prospettica.
Una struttura autoportante che, attraverso il chiaro-scuro della trama degli archi, guida l’occhio al centro, dove si scorge, senza frammenti chiaroscurali, la luce cristallina di Dio.
Una luce radente e nascosta all’interno della cupola, -situata all’altezza della imposta degli archi intrecciati, alla maniera degli architetti del barocco, – sostiene visivamente il sistema voltato.
La luce filtrata scende sui fedeli e dà valore alla comunità e senso del sacro, nello stesso tempo, armonizza il vuoto delimitato dallo spazio curvilineo dei setti iperbolici.
Tra la cupola celeste dei gradini e degli archi bianchi intrecciati, si crea una camera di luce che la guida a contrasto verso il basso fino alla pavimentazione, dove si riflette il disegno frattale delle volte e della copertura.
La percettività dei frammenti delle linee degli archi consente di misurare anche il tempo, infatti, il cerchio centrale, come lume diffusore, orienta luci ed ombre sugli archi a seconda delle ore del giorno.
Due ambiti per due effetti luminosi, quello della Trascendenza al di sotto del lume centrale e quello della Immanenza, ai margini del Lume, che perimetra l’altro ambito, divenendo spazio distributivo per le articolazioni di supporto all’aula principale.
Attraverso l’uso organico delle luci e dei vuoti, si vuole ribadire il concetto di chiesa singola e universale insieme.
Una ulteriore fonte nascosta all’assemblea, illumina la zona dell’abside. Inonda di luce il presbiterio e gli arredi soprastanti, in modo da rendere migliore la percezione verso la parte sacra, direzionando anche lo sguardo dei fedeli.